Reinventarsi

E’ domenica, mi alzo presto, metto i vestiti buoni ed esco in macchina per andare in chiesa. Con la crisi che c’è in giro sento sempre più il bisogno di confessarmi. Anche se magari non ho fatto niente. Don Luciano dice che è anche colpa mia se c’è questa crisi, che mi tocco troppo e che le due cose sono correlate, anche se non sa spiegarmi bene come. Le vie del signore sono infinite, dice. Quindi mi confesso almeno una volta a settimana, a volte anche due o tre.
Arrivo e parcheggio nel sagrato. Sulla porta della chiesa c’è attaccato un post-it. Per un attimo mi viene in mente Martin Lutero.

“La Chiesa si è spostata in via Calatafimi al numero 24” firmato don Luciano.

Via Calatafimi al numero 24? Ma è dove stava il McDonald’s. Vuoi vedere che hanno spostato pure quello. E magari lo hanno messo al posto di qualcos’altro che poi hanno spostato da un’altra parta e così via in un circolo senza fine. Anche con Lutero dev’essere iniziata così.
Rimonto in macchina e mi dirigo verso via Calatafimi al numero 24. Il McDonald’s è ancora lì, ma sopra al tetto hanno montato una croce gigante. Contorno rosso su fondo giallo, in tinta con il logo.

Mi avvicino alla colonnina col microfono per le ordinazioni e premo il pulsante.
-Dimmi tutto figliolo.
-Don Luciano? E’ Lei?
-Servo umilissimo del Signore. Chi è? Sei tu Berto?
-Sì don. Ma che ci fa qui?
-C’è crisi Berto. Non lo sai? Non li leggi i telegiornali?
-I giornali, don. Sì li leggo, ma che c’entra il McDonald’s?
-C’entra che non c’abbiamo più i soldi per pagare il riscaldamento e il McDonald’s non c’ha più i soldi per pagarsi i dipendenti. E allora io e don Paolo lavoriamo qui. Don Paolo serve al banco e distribuisce l’eucarestia, io prendo le ordinazioni e assolvo dai peccati. Bisogna reinventarsi, Berto. C’è crisi, Berto. Reinventarsi.
-Ma. E la chiesa?
-La chiesa sta sempre lì, non ti devi preoccupare. Non si butta mica via niente, Berto. Si reinventa. Siamo sempre aperti e disponibili come prima, abbiamo solo cambiato orari. Adesso apriamo dal lunedì al venerdì dalle 20 alle 24 per i tornei di calcetto a cinque.  A proposito se vuoi iscriverti puoi andare da don Pino. Lo trovi giù all’acquapark a battezzare i bambini. Reinventarsi, Berto. Reinventarsi. Dai ora dimmi tutto che ci sono altri clienti in coda che aspettano.

Mi volto e vedo un ciccione in Cayenne che mi guarda storto.
-Ah sì scusi. Ehm. E’ che così su due piedi…Mi fa un po’ strano confessarmi così al microfono. Dunque vediamo. Dove comincio. Ho detto falsa testimonianza, quello sì. Poi, uhm, non ho onorato il padre e-
-No prima le ordinazioni Berto. Devi ordinare.
-Devo ordinare?
-Devi ordinare. Per confessarsi bisogna consumare. Prima consumazione poi assoluzione.
-Ma io veramente-
-Sono le regole Berto, non vorrai mica offendere il Signore Dio tuo.
-No no per carità. E’ che volevo solo… vabbè che avete?
-Hamburger, Cheeseburger, McRoyal Deluxe, BigMac, Crispy McBacon,   ChickenMcNuggets, McToast…
-va bene, va bene, allora prendo un cheeseburger e delle patatine.
-cheeseburger e patatine. Piccole medie o grandi?
-piccole.
-Da bere?
-mmm una coca cola.
-E una coca. Ora dimmi pure, figliolo.
-beh dunque, dove ero arrivato. Sì allora. Qualche volta non ho onorato il padre e la madre. Ma non è tutta colpa mia. E’ mia madre che pretende sempre di controllare tutto e mi fa innervosire. Tipo ieri mattina mi ha tirato una sberla perché non mi volevo mettere la canottiera e…
-Ketchup o maionese?
-Cosa?
-Ketchup o maionese. Sulle patatine. Ketchup o maionese?
-va bene maionese.
-maionese. continua, ti ascolto.
-no niente dicevo che mi ha tirato una sberla e io me ne sono andato sbattendo la porta. Voglio dire, va bene che c’è crisi e siamo un po’ tutti isterici ma qui si sta esagerando. E poi, insomma, io ho anche venticinque anni, voglio dire, sarò bene in grado di scegliere da solo se mettere la canottiera o no. Così quando son tornato a casa gliel’ho detto.
-Piccola media o grande. La coca. Piccola media o grande?
-Facciamo media.
-E lei?
-lei chi?
-tua madre. che ha detto tua madre.
-niente. mi ha tirato un’altra sberla perché avevo sbattuto la porta.
-ha fatto bene. Altro?
-mmm mi faccia pensare. no, credo di no. mi pare che per questa settimana sia tutto.
-no. dico altro da ordinare. altro da ordinare, Berto?
-no, sono a posto grazie.
-va bene. dunque cheeseburger, patate piccole con maionese e coca media in arrivo. va bene. altro?
-no grazie, le ho detto che sono a posto don.
-no. dico altro da confessare. Altro da confessare, Berto?
-ah, no no grazie. sono a posto anche lì.

Il ciccione in Cayenne comincia a innervosirsi e suonare il clacson.
-bene allora fanno 11 euro e 50, Berto. 11 euro e 50, due Mea Culpa e tre Ave Maria.
-Ma. Io ho solo dieci euro, don. come faccio?
-ti sei toccato?
-cosa?
-non fare lo scemo, Berto. Non fare lo scemo. ti sei toccato questa settimana, eh? ti sei toccato?
-ma no. cioè sì. forse un paio di volte ecco. meno della settimana scorsa comunque.
-bravo figliolo. continua così. abbandona la via del peccato. E hai nominato il nome di Dio invano?
-No quello no.
-Bravo figliolo. Sei un bravo ragazzo. Allora possiamo fare 10 euro, tre Mea Culpa e cinque Ave Maria.
-No dai, don. Cinque Ave Maria no.
-Senti Berto per un euro e cinquanta di disavanzo è il minimo che posso farti. Se vuoi possiamo fare tre Mea Culpa, due Padre Nostro e due Ave Maria. Ma ti sto facendo un favore, sia chiaro. Solo perché sei tu, Berto. Solo perché sei tu.
-Grazie don. Lei sì che è un amico.
-Niente. Ti assolvo dai tuoi peccati. E adesso vai. Si paga allo sportello. E non peccare più. Sbrigati che c’è coda. E salutami tua madre.

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