In memoria di un genio visionario

Improponibile ha deciso oggi di concedere questo spazio al signor Bruno Sblindi e al suo articolo in memoria di Stefano Lavori, genio visionario, venditore di elettrodomestici per la casa.

 

Non sono molte le cose per le quali posso dire che la mia vita sia più soddisfacente di quella di un fermento lattico… in effetti attualmente ho un lavoro precario come collaudatore di sonde per colonscopia e vivo in una scatola di cartone fuori dal centro commerciale (alloggio per il quale, peraltro, pago un affitto altissimo). Tuttavia, oggi, voglio parlarvi dell’uomo che ha cambiato la mia vita e non mi riferisco all’avvocato della mia ex moglie, parlo piuttosto di Stefano Lavori, un genio visionario del nostro tempo che ho avuto la fortuna di conoscere e che ci ha lasciato proprio in questi giorni.
Il nostro primo incontro risale a diversi anni fa, allora avevo ancora una moglie e una casa che si possa definire tale, ma non ero sereno, lottavo continuamente con delle voci all’interno della mia testa che cercavano di convincermi a fare cose orribili come dare fuoco alla casa, fare a pezzi il figlio dei vicini o sottoscrivere un abbonamento a Panorama. Avevo bisogno di distrazioni, di una guida che mi facesse uscire da quella situazione. L’opportunità mi si presentò nella persona di Stefano Lavori, che suonò il mio campanello un sabato mattina.
Sulle prime pensai che si trattasse di un comune venditore porta a porta di elettrodomestici per la casa, ben presto però mi resi conto di avere a che fare con un genio visionario, i suoi prodotti avevano qualcosa di speciale, di profondamente diverso rispetto a quelli della concorrenza: erano belli da vedere, erano scintillanti, pratici, funzionali, innovativi e costavano un sacco di soldi. Il genio visionario cominciò a descrivermi il funzionamento di un prodotto che lui stesso aveva messo a punto e che aveva battezzato meMoq, si trattava di uno di quegli aggeggi per pulire la moquette, il fatto è che quello della Lemon — questo il nome della sua azienda aveva un design particolarmente accattivante, dieci diverse velocità di aspirazione fra cui l’aspirazione balbuziente, un serbatoio per la raccolta dello sporco quattro volte più grande rispetto a quello degli altri pulitori di moquette in circolazione, un pulsante di accendimento facile da premere, aveva un navigatore satellitare incorporato ed era dotato di un accordatore elettronico per clavicembalo. Lavori mi spiegò che il meMoq avrebbe rivoluzionato la mia vita in un modo che neanche immaginavo e che tutto quello che dovevo fare era sborsare 2.500 euro e firmare il documento che dava il via libera all’asportazione del rene. In un’ora e mezzo mi aveva convinto. Dopo aver acquistato il meMoq ebbi la sensazione di aver acquistato il futuro, mi sentii per la prima volta abitante della mia epoca, poco importava se non possedevo alcuna moquette da pulire.
Due settimane dopo il genio visionario suonò di nuovo alla mia porta per presentarmi il meMoq2, una nuova versione dell’aggeggio che già possedevo, questo nuovo prodotto era più piccolo e maneggevole ed aveva nuove funzionalità, ad esempio era dotato di tripla alimentazione (rete elettrica, batteria ricaricabile e pala eolica), inoltre era fornito di snocciola olive e di un congegno per la fecondazione artificiale delle vacche. Sulle prime pensai di non averne bisogno, ma in mezz’ora Lavori riuscì a convincermi che non potevo farne a meno e che valeva tutti i 15.000 euro del suo prezzo.
Vennero poi il meMoq3, meMoq4, meMoq5, ecc… e decine e decine di altri aggeggi geniali come il meFrul, il frullatore rivoluzionario capace di fare frullati di sassi; il meMic, forno a microonde e acceleratore di particelle insieme, senza dimenticare il meCojons, che non ho mai capito a cosa serve, ma mi ha cambiato la vita.
“Pensala in un altro modo” era lo slogan di Lavori, e lui lo ripeteva spesso; lo disse anche quella sera in cui, rientrando a casa in anticipo, lo sorpresi a letto con mia moglie. Ricordo che nell’istante in cui lo vidi che sorrideva placidamente mentre indossava il mio pigiama e la bocca della mia Rebecca, avrei voluto spaccargli la faccia. Solo dieci minuti dopo il genio visionario mi aveva convinto dei vantaggi del fatto che lui si sbattesse la mia donna: mi spiegò che quello era ciò di cui avevo bisogno e che fino ad allora non me ne ero reso conto perché non avevo usato l’immaginazione… quanto aveva ragione!
Passò del tempo e grazie alle sue capacità persuasive, al suo carisma e alla sua capacità di mischiare marketing e new age, il genio visionario raggiunse una popolarità enorme e la Lemon divenne la più importante multinazionale di aggeggi per la casa. Il culto per i prodotti Lemon raggiunse un livello che alcuni, semplificando, definirono “fanatismo da coglionazzi decerebrati radical chic”. Si disse che era incomprensibile una tale isteria per quelli che, alla fine, per quanto pratici e ben confezionati, erano solo costosissimi prodotti commerciali assemblati in fabbriche cinesi che ignoravano qualsiasi tipo di diritto umano e ricorrevano al lavoro minorile. Tuttavia, la più grande innovazione di Lavori fu proprio quella di riuscire a convincere i progressisti di tutto il mondo che le politiche di capitalismo e consumismo sfrenato che essi avversavano erano cose fighe se le impacchettavi in una confezione scintillante e le accompagnavi con slogan pseudofilosofici.
Il genio visionario arrivò a trasformare la sua azienda in un vero e proprio culto religioso e anche se non riuscì a far inserire la Lemon Church nella lista di distribuzione dell’otto per mille raggiunse in poco tempo un gran numero di adepti. Lavori cominciò ad aprire dappertutto le sue chiese e ogni volta che veniva inaugurata una nuova meChurch si creavano resse davanti alle strutture, i fedeli si appostavano davanti agli ingressi per giorni, in trepidante attesa della prima apertura.
All’interno delle meChurch si poteva lodare il genio visionario lasciando i propri omaggi organici nell’apposito angolo masturbazione, ma l’attività principale ovviamente era quella di acquistare i suoi prodotti. Chi non se li poteva permettere, in determinati orari, poteva limitarsi ad adorarli inginocchiandovisi davanti. Lavori ebbe l’intuizione di introdurre la figura dei mePriest, degli addetti alla vendita con facoltà di confessare e assolvere i clienti peccatori che si erano fatti corrompere dai prodotti della concorrenza, inoltre i mePriest distribuivano anche un’altra delle geniali trovate di Lavori, ovvero la meHost. Anche in questo caso il genio visionario non aveva fatto altro che prendere un prodotto delle aziende rivali (l’ostia distribuita durante le funzioni della chiesa cattolica) e migliorarla aggiungendovi gusti diversi e sfiziosi e conferendogli forme buffe e innovative. Nonostante il fatto che la meHost a differenza del suo corrispettivo cattolico fosse a pagamento, sbaragliò in breve tempo la concorrenza imponendosi sul mercato degli snack da funzione religiosa, anche se c’è da dire che la svolta che decretò l’enorme successo del prodotto fu l’aggiunta di LSD fra gli ingredienti dell’impasto, cosa che avvenne solo con la meHost9.
Alcuni potranno pensare che sia morto “solo” un bravo imprenditore che ha avuto semplicemente il merito di fare dei buoni prodotti commerciali, ma Stefano Lavori era molto di più… Con lui l’umanità ha perso un genio visionario (l’ ho già detto?), oltre a uno dei suoi più grandi personaggi storici. Lavori era un uomo che sicuramente merita di essere paragonato a Gandhi o a Martin Luther King, altre due grandi personalità che ho sempre ammirato anche se confesso di non aver mai acquistato i loro prodotti.

Bruno Sblindi

2 Commenti
  1. 12 anni ago
    Angelo

    Tanto di cappello.
    Fa piacere sapere che da qualche parte ci sono ancora persone come te. Ciao_

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  2. 12 anni ago
    quellosottoiltavolo

    Io acquistai youMoc della OrangeTech, ma non si connetteva bene al mio meMoq4 comprato un anno prima, allora feci amicizia con uno che produceva sia youMoc che meMoq. La nostra amicizia durò due anni poi si suicidò ed io passai alla Moq+

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